venerdì 6 settembre 2013

Incontri ravvicinati di un certo tipo

La sensazione che mi sfiorava sulla pelle e nel cuore mentre pedalavo, qualche giorno fa, sulla pista ciclabile che spesso accoglie il solco dei copertoni della mia bici era di gioia e di serenità. Tutto arrivato come ossigeno nel mio animo a volte un po' abbattuto, in pochi minuti, attraverso la vista, il tempo di una volata per uscire fuori da quella strana dimensione ciclopedonale: un vecchietto che andava in bici in ciabatte e con un portapacchi di fortuna (fatto con una cassetta della frutta), di ritorno da qualche cerca preziosa in mezzo ai campi; una mamma con la propria bambina che camminavano insieme guardando le montagne di fine giornata; un ragazzo prima e una ragazza dopo che consumavano le loro quotidiane endorfine nel loro allenamento serale; due amanti non più tanto giovani, mano nella mano, che camminavano con un passo lento ma sincronizzato; un signore che portava a spasso un cane scodinzolante. Tutto immerso nel colore e nella strana luce settembrina di una giornata che non vuole arrendersi al tramonto.
Fino a qualche anno fa era molto inusuale questo insieme di persone che oggi preferiscono riprendersi, o per gusto o per necessità, i tempi umani lenti che l'automobile non può dare. Soprattutto nella provincia di Torino. Forse la crisi, in qualche ambito e in qualche persona, è stata superata e risolta.

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