sabato 22 ottobre 2016

Il Presidente è salvo!

Attenzione!
Questo post non vuole dare un giudizio COMPLESSIVO sulla recente Riforma Costituzionale, la Riforma Boschi, licenziata in primavera dal Parlamento italiano dopo 6 letture. Vuole essere solo un tentativo di fare chiarezza e togliere dubbi (e bufale) su un singolo aspetto di questa riforma. Non mi addentro in un'analisi completa, quindi non basta l'aspetto affrontato qui per avere un giudizio complessivo. Questo e la scelta di votare SÌ o NO il 4 dicembre 2016 spetta a voi!

Spesso in questi mesi di campagna referendaria riguardante l'ultima Riforma Costituzionale, la cosiddetta Riforma Boschi, partecipando a incontri, organizzati da comitati per il SÌ e da comitati per il NO, leggendo articoli, opinioni, post e commenti sui social, ho sentito e letto la seguente frase:

Questa riforma è un pericolo per la democrazia, perché insieme all'Italicum, da una maggioranza schiacciante a un partito solo, che potrà perfino scegliersi e votarsi da solo "un presidente della maggioranza"!

Insomma, la famosa questione del COMBINATO DISPOSTO. Questa obiezione è stata assunta come cavallo di battaglia anche dalla cosiddetta minoranza PD, legata a Bersani, Speranza, ecc... nell'ultima direzione del partito. Quindi è molto spinosa perfino all'interno del principale partito promotore di questa Riforma.

Ora lungi da me entrare nel merito di cosa voglia dire "un presidente della maggioranza" (non è forse sempre così? Ciampi, Napolitano e Mattarella non sono stati forse espressione in primis della maggioranza nata dalle elezioni politiche nazionali?), mi sono domandato: MA È REALMENTE COSÌ? CI SONO VERAMENTE QUESTI RISCHI PER LA DEMOCRAZIA? Cioè, chi ha scritto e votato la riforma ha per caso così impunemente pensato di farla franca e di mettere un cavillo tale per relegare la più alta carica dello Stato a "passacarte della maggioranza"?

Per risolvere la questione si può fare solo una cosa, e non è divertente nè piacevole... Bisogna usare la matematica! Ma tranquilli, non andremo oltre a nozioni che ci hanno insegnato fino alla terza media... penso che pochi minuti spesi in questa maniera ci aiutino a compiere un nostro dovere: avere un giudizio sano e ragionato come cittadini.

SISTEMA ATTUALE
Nella nostra Costituzione la figura del Presidente della Repubblica viene descritta nel Titolo II, dall'art.83 all'art.91. La sua elezione è trattata al terzo comma dell'art.83.
Attualmente si svolge così:
CHI?
630 deputati + 315 senatori + senatori a vita + 59 delegati = 1004 e più "grandi elettori".
COME?
  • VOTAZIONI I, II e III: il candidato ha bisogno di una MAGGIORANZA QUALIFICATA dei due terzi (66%) dei voti.
  • VOTAZIONE IV e successive: si passa a una MAGGIORANZA ASSOLUTA (50%) dei voti. Sergio Mattarella, per capirci, è stato eletto proprio alla quarta votazione, una volta che si è abbassato il quorum dal 66% al 50%.

SISTEMA DISEGNATO DALLA RIFORMA BOSCHI
Premessa fondamentale: con la riforma passiamo da un bicameralismo paritario (o perfetto) a uno differenziato, con il Senato che si riduce e cambia funzione, divenendo una camera delle rappresentanze locali.
CHI?
Il Parlamento e solo lui: 630 deputati + 100 senatori + ex presidenti della Repubblica (unici senatori a vita rimasti se passa la riforma) = 730 parlamentari + gli ex-Presidenti della Repubblica (per comodità parleremo di 730 e non di 731, attualmente c'è solo Napolitano come ex-Presidente)
COME?
  • VOTAZIONI I, II e III: il candidato ha bisogno di una MAGGIORANZA QUALIFICATA dei due terzi (66%)
  • VOTAZIONI IV, V, e VI: il candidato ha bisogno di una MAGGIORANZA QUALIFICATA dei tre quinti (60%)
  • VOTAZIONE VII e successive: il candidato ha bisogno di una MAGGIORANZA QUALIFICATA dei tre quinti (60%) ma non più degli aventi diritto ma dei presenti in aula.
LA MAGGIORANZA ASSOLUTA (quella che permette di essere eletti con solo il 50% + 1 dei voti) NON C'È PIÙ, ma rimangono solo quelle con quorum più alto.

Ok, ok, ma l'Italicum dà il 54% dei voti alla maggioranza! Ben oltre il 50%! Quindi chi vince le elezioni con l'Italicum riesce a imporre il suo candidato alla Presidenza della Repubblica!

E invece no.

Perché è vero che l'Italicum prevede un premio di maggioranza del 54%, ma dei soli deputati: 340. Il 50% dell'insieme dei parlamentari (deputati + senatori) è 365.


Vedi? Così comunque mancano solo 25 voti! E così la maggioranza si prende la Presidenza della Repubblica senza problemi.

E invece no... di nuovo.

Perché abbiamo detto che la MAGGIORANZA ASSOLUTA (quella che pone come quorum il 50%) non c'è più, abbiamo solo MAGGIORANZE QUALIFICATE che pongono il quorum al 66% e al 60%. Calcolata tra l'altro sull'intero Parlamento (Camera + Senato) e non solo sulla Camera dove vige l'Italicum.

Facciamo un gioco per capire meglio: immaginiamo che la lista/partito Partito della Peperonata vinca le elezioni nazionali e che sia estremamente compatto (cosa rara in realtà, leggasi "Romano Prodi 2013") su un candidato per la Presidenza della Repubblica. Il suo nome è Pietro Pepito. Il signor Pepito ha sicuri i 340 voti PdP (il Partito della Peperonata), su 730. Ma quanti voti il PdP deve racimolare ancora per far eleggere il suo candidato?

Nelle prime tre votazioni il PdP avrà bisogno in totale di 482 voti (66% di 730) dalla quarta alla sesta di 438 voti (60% di 730). Dovrà perciò cercare nelle prime tre votazioni 142 voti IN PIÙ e dalla quarta alla sesta 98 IN PIÙ a quelli già in suo possesso. 142 e 98 voti su 730 sono numeri considerevoli... si deve per forza passare attraverso un accordo con le minoranze, anche perché non hai speranze di forzare la situazione sperando di resistere fino all'abbassamento del quorum al 50%, perché, come dicevamo prima, il quorum non scenderà più.


Caso particolare è la SETTIMA VOTAZIONE: da questa in poi il quorum del 60% viene calcolato non più sugli aventi diritto al voto, ma solo sui presenti. Quindi tecnicamente e ipoteticamente c'è la possibilità che bastino meno voti.

Ah! Ecco, basta aspettare la settima votazione e si eleggerà "un Presidente della Repubblica eletto da 10 - 15 persone" (Salvatore Settis)!

E invece no. L'obiezione è priva di logica, vediamo il perché. Basta calcolare quanti parlamentari debbano essere assenti, uscire dall'aula, affinché 340 (l'unico pacchetto di voti sicuro del nostro Partito della Peperonata, quello ottenuto dall'Italicum) possa diventare il 60% dei presenti in aula. Rispolveriamo le proporzioni insegnateci alle medie e cerchiamo di capire quanti parlamentari formano il 100% se 340 è il 60%:

y = numero di parlamentari necessari in aula perché 340 sia il 60%

340 : 60 = y : 100

y = 340 X 100 / 60 = 567

Perciò affinché il PdP (che ha vinto le elezioni con l'Italicum) possa votare il signor Pietro Pepito senza tener conto dei voti delle opposizioni, dalla settima votazione bisogna che in aula rimangano "solo" 567 parlamentari. In pratica c'è bisogno che d'aula escano 163 parlamentari (730 - 567 = 163)

Già. Quindi vuol dir che dall'aula devono uscire minimo 163 parlamentari delle opposizioni. 163!!! Non è che si raggiunga una tale soglia con l'influenza stagionale... forse col glutalax alla bouvette... Oppure, come dice il prof. Settis, se il Presidente della Repubblica viene eletto con 10 persone in aula, vuole dire che ne devono uscire 720. 720 parlamentari che non entrano in aula!! Ma perché? 
Quello che può capitare è una "assenza costruttiva" una volta trovato un accordo tra maggioranza e opposizioni: "Io voterei un altro candidato, ma per non lasciare il Paese in una fase di stallo e a certe condizioni, esco e ti permetto di votare il tuo candidato e permetto al Paese di avere un Capo di Stato".

Insomma, per il signor Pietro Pepito del Partito della Peperonata non è così semplice e immediato arrivare al Colle...

RICAPITOLIAMO:
  1. il quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica viene alzato significativamente (66% e 60%), non basterà più solo la maggioranza assoluta (50%);
  2. questo quorum è alto perfino per chi ha il premio di maggioranza alla Camera con l'Italicum, il COMBINATO DISPOSTO non da il potere al partito vincitore di imporre un proprio candidato da solo;
  3. per eleggere il Presidente della Repubblica la maggioranza DEVE per forza accordarsi per trovare dai 142 ai 98 voti che gli mancano per dare al Paese un Capo di Stato;
  4. il numero necessario di parlamentari assenti dalla settima votazione è così alto (163 minimo se la maggioranza data dall'Italicum rimane compatta) da verificarsi solo in casi di "assenza costruttiva", cioè di un'assenza voluta e frutto di accordi di una o più minoranze;
  5. in sostanza, IL PRESIDENTE È SALVO! Non vi è nessun indebolimento e smantellamento di una delle principali garanzie democratiche della nostra Repubblica.  

Qui uno schema riassuntivo:


Ok, va bene, può essere, ma tanto io voto NO per altri mille motivi!

Legittimo: come ho scritto all'inizio, questo non vuol essere un giudizio complessivo alla Riforma, ma solo in uno dei suoi punti. Se le tue valutazioni complessive su anche gli altri punti della riforma ti portano a scegliere di votare NO il 4 dicembre allora è giusto e coerente così... altrettanto per li SÌ. Quello del Presidente della Repubblica è solo uno dei punti, di sicuro importante, ma non l'unico. Quello che ti consiglio è di valutare anche gli altri punti della riforma (Senato delle autonomie, bicameralismo differenziato, CNEL, referendum propositivi, quorum dei referendum, leggi di iniziativa popolare, Titolo V e rapporto Staro-Regioni, stipendi dei consiglieri regionali, ecc...) e poi di tirare le somme.

Scusate la lunghezza, spero che questo articolo possa aiutare a capire meglio e a farsi un'idea più chiara sulla Riforma costituzionale. Buon voto!