The bell rings!
Torino, città della FIAT. Torino, città grigia. Torino, città di pesanti radici savoiarde... Torino, città del BIKE PRIDE!
Il 26 maggio 2013 - ormai per la quarta volta - si è organizzato e messo in pista uno dei più grandi eventi di partecipazione ed educazione collettiva riguardo la nuova (e giusta!) mobilità: il Bike Pride, in cui più di ventimila biciclette colorate e di multiformi fogge si sono unite a far massa per creare un grande - grandioso - carosello per le vie della città, dal secolare parco del Valentino al contemporaneo parco Dora.
Per la prima volta anch'io vi ho partecipato. Negli anni passati ci fu sempre un qualcosa (compreso il lavoro) che mi impedì di cavalcare una delle mie bici e aggiungere il mio "rrring" al concerto primaverile su due ruote. Stavolta ce l'ho fatto. Evviva! E io la "Poderosa" abbiamo potuto pavoneggiarci tra famiglie con carrellini e seggiolini, tra bikers su bici a forma di Harley Davidson (ma rigorosamente a pedali!), tra carretti, particolari risciò, grazielle con belle signorine, anziani con giacca e cravatta, signore con la spesa nel cestino, eccetera, eccetera e ancora eccetera... Sole, gioia e due ruote, il tutto condito con un ulteriore clima di festa al Parco Dora, aiutato dalla clemenza del tempo che ha regalato un bel po' di sole, cosa unica in questa primavera tardiva.
Un evento di cui essere orgogliosi, in una città che piano piano (forse troppo) si sta scoprendo smart e che si sta educando a una cultura della bicicletta che in altre città italiane ed europee è già da tempo assimilata. Ma il percorso non sarà breve. Intanto qualche criticità vien fuori già nell'organizzazione dell'evento: il percorso del bike pride ha toccato poco le arterie principali della città, passando timidamente da corso Vittorio Emanuele II e corso Regina, collegando i due da un tragitto svoltosi in vie secondarie e strette. Inoltre non è piaciuto a molti la comparsata del sindaco Piero Fassino, contestato fortemente al Parco Dora quando è salito sul palco per parlare: a molti è sembrato un mettere un capello a una manifestazione di base, nata tempo fa e ancora oggi alimentata dal basso; c'è da dire però che la Città di Torino ha patrocinato e sostenuto l'iniziativa... ma forse si dovrebbe fare di più negli altri 364 giorni dell'anno. I ciclisti urbani di Torino lamentano la scarsità di piste ciclabili, la loro cattiva manutenzione, lamentano che spesso si usa il trucchetto di trasformare un marciapiede in una pista ciclabile mista pedonale, non creando in realtà spazi veri e separati per rispondere alle esigenze di entrambi i tipi di soggetti della strada, il ciclista e il pedone. Il Bike Sharing a mio parere anche potrebbe essere sistemato maggiormente: invece di creare altre stazioni perchè non spendere quei soldi per aggiustare e dotare di tettoia quelle già esistenti? D'inverno e con le piogge le bici soffrono di gravi danni alle loro parti meccaniche, vitali per la sicurezza del ciclista. Una tettoia risolverebbe un po' il problema e sarebbe un finanziamento che a lungo andare farebbe risparmiare molti soldi pubblici in manutenzione.
Insomma, questa grande "Massa Critica" autorizzata e aiutata dai vigili urbani ha avuto il compito di far pensare su quanto di buono e giusto a Torino si sta facendo, ma anche sulle mancanze e sulle necessità che emergono. Un evento che anche per questo mi rende orgoglioso. Allora, da parte nostra, di cittadini che amano un mondo un po' migliore, si può contribuire facendo una scelta, piccola, il più possibile costante, per tenere accesa l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica su questo tema: salire in sella e aggiungere una bici sulle strade mentre si toglie una macchina. Più ciclisti gireranno per Torino, più l'amministrazione comunale non potrà chiudere gli occhi sulle loro necessità.
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