martedì 10 dicembre 2013

Rigurgito antifascista contro prove generali di forza

Torino, piazza Castello. Foto scattata da Mirko Isaia, http://www.flickr.com/photos/mirko_isaia/
Dopo una settimana in cui ci sono state minacce, non tanto velate, a commercianti e attività per tutta Torino affinché il maggior numero di negozi chiudesse il giorno 9 dicembre 2013, (il giorno della "protesta dei forconi"); dopo aver sfogato una rabbia atavica, cresciuta forse pian piano ma che è inspiegabile da parte di certe categorie da cui è provenuto in passato, in maniera massiccia, il voto per Berlusconi, senza mai domandandosi dove i suoi governi ci stessero portando; dopo aver visto una guerriglia urbana in piazza Castello e in altre zone della città e di Italia, ottenendo anche in alcuni casi la solidarietà di alcuni poliziotti; dopo la notizia di pestaggi e violenze contro chi voleva invece aprire (magari gente che semplicemente ha un mutuo e una famiglia da sfamare, la stessa gente che magari lotta contro Equitalia per la sopravvivenza della propria attività); dopo il comunicato stampa dell'ANPI già pubblicato nei giorni scorsi contro i sostegni (sia di partecipanti che di organizzazione) espliciti e meno di forze dichiaratamente neofasciste alla manifestazione; dopo tutto ciò io mi sento di testimoniare, urlare e dichiarare, anche un in dovere di dire, da cittadino comune di questo Paese, di questa Repubblica nata dalla Resistenza, che non scenderò mai in piazza con i neofascisti. Non posso fare altrimenti essendo io fortemente antifascista. E non semplicemente per motivi ideologici o legali (ricordiamoci che in Italia abbiamo una Costituzione fondata sull'antifascismo e qualche legge che, in teoria ne vieta la propaganda), ma per motivi ben più concreti! Non voglio dare forza mediatica e sociale (o peggio, aiuto nel provare la propria forza di persuasione) a chi predica l'autoritarismo e l'odio nei rapporti umani e sociali.

La cosa preoccupante è invece quando movimenti e forze politiche - o presunte tali - si rallegrano di giornate come queste e che non hanno visto l'ora di testimoniare solidarietà con questa manifestazione. Dimenticandosi che la storia insegna che il populismo e il fascismo sono tigri che se le cavalchi, prima o poi ti sbraneranno.

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